Abbiamo preso
un pesce (per davvero!) giovedi’ 6 ottobre 2011
Oggi abbiamo finalmente lasciato il “lusso”
del marina di Tioman per andare di nuovo ad ancorarci in una isoletta vicina.
E’ un tragitto di solo un’ora ma decido
comunque di trainare il rapala’ medio; l’atmosfera a bordo e’ sonnacchiosa. Ad
un certo punto il mulinello comicia a ronzare, prima a scatti e poi
furiosamente.
Devo dire che in trasferimenti precedenti
abbiamo avuto diversi falsi allarmi quindi non mi precipito.
Ma quando prendo in mano la canna da
pesca sento gli strappi tipici che solo un pesce vero puo creare.
Adesso l’eccitazione a bordo e’ al massimo; sono circondato da tre tifose che saltano a pie pari e urlano come
fossero allo stadio. Cara (per fortuna) mantiene la calma e va al timone.
Dopo un po’ di errori di gioventu’ col
mulinello che non ho mai usato, riesco finalmente ad avvicinare allo specchio
di poppa il pesce che si rivela essere un tonnetto di circa 40-50cm.
A questo punto devo fare un inciso: prima
di partire i nostri cari amici Jon e Sandra Stonham, che hanno passato due anni
in barca con le loro bambine, ci hanno fatto due regali molto particolari: un
coltello affilatissimo per pulire il pesce ed alcune bottiglie di (pessimo) rum
filippino.
La spiegazione e’ la seguente (come motli altri velisti ci hanno confermato in seguito): quando peschi un pesce c’e’ il problema di ammazzarlo. Chi gli da’ una martellata in testa, chi lo lascia dissanguare appeso dietro (e gli squali?), chi gli mozza la testa. Se non vi sentite l’animo macellaio, l'alternativa meno cruenta e’ quetsa: metti il pesce a testa in giu’ e gli spruzzi nelle branchie una buona dose di rum (o altro superalcolico); la morte e’ quasi istantanea.
La spiegazione e’ la seguente (come motli altri velisti ci hanno confermato in seguito): quando peschi un pesce c’e’ il problema di ammazzarlo. Chi gli da’ una martellata in testa, chi lo lascia dissanguare appeso dietro (e gli squali?), chi gli mozza la testa. Se non vi sentite l’animo macellaio, l'alternativa meno cruenta e’ quetsa: metti il pesce a testa in giu’ e gli spruzzi nelle branchie una buona dose di rum (o altro superalcolico); la morte e’ quasi istantanea.
Ora, non so questa prassi degna di
Guantanamo sia veramente piu’ gentile per il pesce o solo per l’animo delicate
dell’equipaggio; sta di fatto che appena sono riuscito ad agguantare il
malcapitato (che perdeva molto sangue), Cara gli ha servito una dose abbondante
di rum e ha smesso all’istante di dimenarsi e lo abbiamo messo in un secchio. A
questo punto Anna ha avuto una crisi isterica ed e’ scappata sotto coperta; ha cominciato
a piangere e disperarsi del fatto che avevo ucciso un animale.
Abbiamo velocemnte pulito il ponte dai
segni della mattanza ed ho nascosto il sechio nel gavone dell’ancora. Durante tutto questo, Nadia per niente
turbata dagli eventi o dal sangue mi ha seguito e continuava a dire (nel caso
non avessi capito): “Anna pensa che quello che hai fatto e’ orrendo, lo sai?!”
Dopo molte parole e coccole da parte di
Cara, Anna si e’ calmata ma ha annunciato che d’ora in poi sarebbe diventata
vegetariana.
Piu’ tardi quella sera ho pulito il pesce
che Cara ha poi cotto alla livornese; Anna era calma e non pareva disturbata
dalla pietanza ma non ne ha mangiato.
Per la cronaca, nei goirni seguenti Anna
ha poi mangiato comunque carne “mentre penso se veramente voglio diventare
vegetariana….”
Thursday 6th October
We left the marina after lunch and headed to Pulau Tulai not
far away. On the way there we
caught our first fish! (a tuna
about 40cm long). I am squeamish so poor Enrico has to do the catching and
filleting of the fish. Wonderful
Jon and Sandra Stonham had given us fishing rods, a filleting knife and some
cheap rum with the advice to squirt it into the gills of the fish. The fish rapidly goes into a coma and
the whole process seems to be easier on everyone involved.
Anna turned vegetarian over the incident but the rest of us
had a delicious dinner!
Priceless! Bellissimo racconto :)
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