Una triste storia
A Tioman abbiamo
sentito una delle tante storie di banchina che pero’ ci ha toccata da vicino.
In gennaio abbiamo
passato due settimane all’ancora davanti al Datai Resort a nord di Langkawi;
questa era la spiaggia dove abbiamo affittato un piccolo catamarano. Di tanto
in tanto alter barche venivano per una notte o due e poi ripartivano.
Solo una barca (di
cui non facciamo il nome per rispetto all’equipaggio) e’ rimasta tanto quanto
noi. Apparentemente non c’era nessuno a bordo; solo alla sera un uomo e una
donna partivano dalla spiaggia su un vistoso tender giallo per andare a bordo
brevemente. Per il resto non li abbiamo mai visti.
Alcuni giorni dopo
ci siamo recati al porto di Telaga per fare gasolio. Per coincidenza la barca
era li anche lei. Mi sono presentato allo skipper, un uomo sui 55-60 anni, alto
dicendo che ero quello ancorato vicino a loro a Datay Bay. Lui ha fatto un
cenno di saluto e se ne e’ andato. “Strano” abbiamo pensato con Cara, i velisti
sono di solito goviali e chiacchieroni, mentre questi sono cosi’ riservati.
Dopo aver fatto
gasolio, sia noi che loro siamo partiti; era il 30 di gennaio e noi abbiamo
fatto rotta a nord per incontrare Guido e “the Italians” a Phuket. Loro sono
partiti anche loro verso nord.
Un mese dopo,
verso il 2-3 di marzo di ritorno
dalla crociera con The Italians eravamo all’ancora nell’isola di Rok Nok
(quella col catamarano affondato).
Un pomeriggio
spunta lo skipper taciturno con la sua barca.
Il canale tra le
due isole e’ navgiabile ma con cautela; lui invece e’ entrato nel canale a 7
nodi, ha mollato giu’ l’ancora e con il tender giallo e’ sceso a terra verso
l’accampamento dei guardaparchi. Dopo circa mezz’ora e’ tornato a bordo ed e’
ripartito. Con Cara abbiamo cherzato che era sempre schivo e di fretta.
In realta’ abbiamo
poi scoperto cosa era successo.
Dopo la partenza
quell giorno da Langkawi noi abbiamo fatto tappa in tante piccolo isolette. Lui
e sua moglie invece hanno tirato dritto a nord e navigato durante la notte.
Alle 1.30 di mattina e’ suonata la sveglia e lui e’ salito in coperta per
cominciare il suo turno; purtroppo a quel punto si e’ accorto che sua moglie
non c’era, caduta in mare qualche ora prima probabilmente.
Ha dato subito
l’allarme e sono cominciate le ricerche ma senza esito; non hanno trovato
traccia.
Quindi quando lo
abbiamo rincontrato a primi di marzo, lui stava andando di isola in isola a
interrogare i guardiaparchi in caso avessero recuperato qualche detrito dal
mare.
Inutile dire che la storia ci ha fatto
pensare. Io e Cara mettiamo sempre il salvagente col lampeggiante (e anche le
bambine so sono in pozzetto); in piu’ usiamo sempre la cintura di sicurezza e
teniamo in tasca un allarme che fa suonare una sirena in caso di uomo a mare.
Malgrado tutto cio’ sappiamo che l’incidente puo’ sempre capitare.
Abbiamo fatto un
sondaggio tra i nostri amici velisti ed abbiamo trovato che quasi nessuno usa
salvagente e cintura a meno che non ci sia burrasca. La spiegazione e’ che considerano il rischio remoto e
comunque parte del gioco.
Solo chi naviga
con bambini sembra essere piu’ prudente.
A
Sad Story
In Tioman we
heard an awful story and it affected us a great deal as we had been anchored
next to the boat for 10 days in Langkawi in January. We also found ourselves at the diesel pontoon at the same
time in Telaga Harbour and we both set off towards Phuket on the 30th
January. We (Olivia) stopped in
Rok Nok & Rok Nai on the way but the boat we had met carried on.
After our
adventures in Thailand, we headed back to Langkawi in March and again stopped
at Rok Nok & Rok Nai. The
channel between the two islands is navigable but with caution. One day we saw the skipper of the same
boat coming through the channel at a speed of 7 knots. He rapidly dropped anchor and went off
to shore in his dinghy. After half
an hour he lifted anchor and rushed off.
We thought he was a bit strange as sailors are usually more
sociable. Later we learnt that
when the man and his wife left Langkawi, they sailed through the night. At 1.30am the man’s alarm went off for
him to get up to start his shift.
When he went into the cockpit, his wife was not there and had probably
fallen overboard. He immediately
raised an alarm and a search was started but she was not found. When we met him in March, he was going
from island to island looking for any trace of his wife.
Enrico and I
always have life jackets with a light on at night. We also attach ourselves to the boat with a harness and have
a man overboard alarm in our pockets.
We asked a few of our sailing friends and discovered that most of them
don’t use life jackets or harnesses at night. They consider the risk to be low, but the risk is also part
of the game. Only the boats who
cruise with children on board seemed to be more cautious.
Since this
story, Enrico put out the jackstays on Olivia so that if the person on duty at
night needs to go out of the cockpit, there is never a moment in which they are
not harnessed on to Olivia.
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