On the 9th June, we headed south to Redang
to meet up with Kym and Mike again.
They had gone to Terrenganu and very kindly done a big shop for us so we
now have cheese and can make pizza!
Torniamo a Redang, questa volta senza pioggia
Il 9 giugno abbiamo
fatto vela per l’isola di Redang, 20 miglia piu’ a sud.
Ci eravamo gia’
stati l’anno scorso ma ci eravamo lasciati sorprendere dl monsone che aveva
portato pioggia, vento e mare grosso.
Questa volta il
sole splendeva ed abbiamo ancorato in una baia con una spiaggia fantastica.
L’unica nota stonata erano le decine di meduse che giravano intorno alla barca;
alcune con tentatcoli di oltre 2 metri. Mike e Kym (che ci avevano preceduto di
alcuni giorni) hanno spontaneamente fatto da cavie; temendo che le bambine si
facessero pungere, sono andati a toccare tutti i tipi di meduse per vedere
quail facessero male e quail no (bel coraggio!). Risultato: nessun tipo di
medusa sembra pungere (a patto di accarezzarla dolcemente). Questa condizione l’avremmo scoperta
solo piu’ tardi…
Infatti alcuni
giorno dopo, mentre eravamo in acqua, una barca a motore e’ passata vicino a
Kym che si e’ spaventata e si e’ girata di scatto. Cosi’ facendo ha dato un
pugno ed una facciata in una grande medusa li’ vicino che ha reagito emettendo
il liquido urticante. In pochi minuti la faccia e la spalla di Kym si sono
arrossate e gonfiate; il dolore apparentemente era enorme tanto che Kym ha
dovuto subito stendersi e prendere degli antidolorifici.
Per quattro giorni
Kym sembrava avere subito un’intervento di chirurgia plastica anadato male ed
il dolore intenso e’ durato per ben due giorni di continuo. Conclusione:
parrebbe che le medusa possano decidere se urticare o no; se non si sentono
attaccate, sono innocue.
Con questa lezione
bene in mente, abbiamo comunque approfittato della spiaggia e della barriera;
Nadia ha imparato a immergesri in apnea ed e’ scesa a 2,6m !(lei e’ alta 1m).
Un pomeriggio poi io e Mike abbiamo portato le bambine davanti alla spiaggia e
gli abbiamo fatto provare a respirare con un erogatore e bombola in 1m di
acqua. Anna si e’ trovata subito a suo agio ed ha passato diversi minuti
sott’acqua a pulire lo scafo del tender dalle alghe
Nadia, con
l’erogatore in bocca, si aggrappava alle mie caviglie a testa in giu’ mentre i
piedi spuntavano dall’acqua. Julia ha provato ed e’ riuscita a respirare ma ha
ribadito che a lei “queste cose nuove non piacciono”.
Una volta ache Kym si era un po’
ripresa, abbiamo ancorato in una baia dove le tartarughe depongono le uova. Una
mattina abbiamo trovato le trace di ben 9 tartarughe. Di solito al mattino i
rangers dissotterrano le uova e le portano in un vivaio protetto. Ho portato le
bambine a vedere ed hanno aiutato i rangers a raccogliere le uova (che sembrano
palline da ping-pong soffici).
It was wonderful to be back in Redang and this
time with better weather (last time we arrived at the tail end of the season
with very rough weather). We
anchored in a bay in the north with one of the most spectacular beaches I have
ever been on.
Nadia discovered that she can dive down to touch
the anemones and went down to a depth of 2.6m, about two and a half times her
length!
In the afternoon, Enrico and Mike took the girls
to the beach to see what it was like breathing from a diving tank – at a depth
of 1m. Anna mastered it well and
spent 10 minutes underwater scrubbing the bottom on the dinghy and Nadia kept
grabbing Enrico’s ankles to keep herself from surfacing!
A couple of days later when Kym was well enough,
we changed bay and went to a beautiful spot on the north north west of the
island. One night 9 turtles came
up on the beach to lay their eggs, it was amazing seeing the tracks in the
morning.
Manco mi cadesse l’ancora sulla testa…
Il 13 giugno Julia
e Nadia hanno preso il tender per remare fino a Capricorn (la barca di Mike);
una remava in un senso e l’altra nell’altro cosi’ che il tender girava su se
stesso piu’ che avanzare. Dopo l’ennesimo attacco di ridarola hanno deciso che
a nuoto si fa prima; Julia si tuffa in acqua per prima. Purtroppo mentre Nadia
sta per tuffarsi, un’onda le fa perdere l’equilibrio e cade all’indietro dentro
al tender. Sfortuna vuole che va a picchiare con la testa sull’ancorotto del
tender che le fa un taglio dietro la nuca. Julia capisce subito la situazione,
torna sul tender e si mette a remare (alla perfezione) verso Olivia.
Il comitato medico
(Cara e Mike) si riunisce d’urgenza; rasano a zero una bella zona intorno alla
ferita e provano a richiuderla con le trisce adhesive e cerotti traspiranti.
Dopo circa un’ora la cosa sembra sotto controllo e a Nadia viene ditto che non
potra’ fare il bagno per una settimana.
On Wednesday 13th, Julia and Nadia went off in the dinghy to visit Capricorn. When they got there, they decided to have a swim. Nadia was sitting on the edge of the dinghy about to jump in when a big wave came and knocked her backwards into the dinghy. She fell head first onto the dinghy anchor and the cut was so deep it should have been stitched. Julia managed to row them back and Cara’s heart stopped beating for a few seconds when she saw the cut. Fortunately Mike and Kym were bringing boat made pizza over for dinner and arrived just in time to turn into doctors! Mike shaved Nadia’s hair around the wound, we flushed the wound clean and put on steri strips and second skin. The next challenge was keeping Nadia out of the water for a week.
Nadia's team of doctors! |
Verrebbe da dire
che se l’e’ cavata a buon mercato, dopotutto si e’ beccata un’ancora sulla
testa! Ma non la pensi cosi’ se hai cinque anni, vivi su una barca e hai meno
pazienza di Vittorio Sgarbi. A
parte controllare la ferita, i giorni seguenti sono stati spesi a gestire Nadia.
Per fortuna Kym (che si stava ancora rimettendo dall’iincontro con la medusa),
ha scovato a bordo di Capricorn un batoscopio, una specie di cono di plastica
chiuso alla base con un vetro; te ne stai sul tender e puoi guardare sott’acqua
come se avessi la maschera. Nadia, fiera di questo privilegio, non si e’ piu’
lamentata di non poter andare in acqua ed i giorni sono passati piu’ veloci.
Looking at where the turtle laid her eggs |
Mike got out his tools and helped Enrico with an
amazing dinghy repair – fiberglass, resin etc… all done between the beach and
the deck – amazing!
Quella settimana
ho preso un onda un po’ troppo veloce col tender ed ho incrinato la panca del
tender (sono chiaramente troppo grasso); sono andato sulla spiaggia ed ho
recuperato un listello di legno che centavo incollare sotto la panca per
ridarle rigidita’. Ma Mike ha insistito che ricopriamo il tutto con fibra di
vetro per maggiore resistenza. Julia (che adora ogni tipo di lavoretti) era
entusiasta, quindi il giorno dopo siamo andati sulla spiaggia con generatore di
corrente, flessibile, trapano e ogni sorta di resine e colla. Dopo mezza
giornata di lavoro la panca era piu’ robusta di prima ed io ho imparato a
stendere la fibra di vetro.
One morning Enrico took the girls to see the
rangers digging up the turtle eggs to take them to the Turtle Sanctuary. The rangers let them hold the eggs and
they all came back with a lot to talk about.
That night, yet again a significant swell had
built up and Olivia and Capricorn rolled all night. We were all up a big part of the night. The girls holding on to the edges of
their berths as it felt like they were on a roller coaster. Cara was with Nadia
worried she would bang her head and Enrico was stuffing sarongs in all cupboards
to stop the plates, pots and pans from rattling. At 4am Enrico went out in the dinghy and attached a stern
line which made a significant difference.
Capricorn pulled up anchor at 6am in search of calmer waters.
Sognavo una notte
di meritato riposo ma verso le 23 si e’ alzata un’onda lunga e fastidiosa; putroppo il vento e la corrente di marea tenevano Olivia
parallela alla costa con le onde che arrivavano di lato. Il rollio era
insopportabile: Cara ha abbracciato Nadia per paura che picchiasse la testa di
nuovo, io ho incastrato ogni inumento disponibile nello stipetto dei piatti per
immobilizzarli, Anna e Julia dormivano avvinghiate al bordo del letto e alla
pareti per non essere sbalzate fuori. Alle quattro di mattina mi sono ricordato
di aver visto un gavitello tra Olivia e la spiaggia. Armato di 70m di cima e
torcia sono salito sul tender, ho attaccato la cima al gavitello e ho forzato
la poppa di Olivia verso la spiaggia. Cos’ facendo Olivia ha messo la prua al
mare e la situazione e’ diventata piu’ sopportabile. Purtroppo non c’era nessuna
boa vicino a Capricorn quindi alle 6 di mattina Kym e Mike hanno salpato ancora
per andare in un posto piu’ riparato.
Later in the day we found Capricorn moored on the
East side of Redang which is absolutely beautiful but busy with speed boat
traffic.
We changed the dressing on Nadia’s head a few
days later and had to shave the hair again for the dressing to stick. I (Cara) am so relived to have Mike and
Kym helping and monitoring it.
In giornata ci
siamo poi spostati anche noi nella baia all’est di Redang; ogni lato di
quest’isola e’ stupendo. Ci sorprende che l’isola non sia piu’ conosciuta dai
turisti (meglio cosi’).
Sul lato est
abbiamo nuotato in una piccolo baia dove c’e’ un masso sommerso (circa 2m di
diametro) che e’ in bilico su un altro masso; ogni onda lo fa muovere e si
sente un rumore acuto come di sabbia schiacciata tra due vetri. Il movimento e’
impercettibile, solo osservando bene si nota uno spostamento di un millimetro
al Massimo. Quello che e’ impressionante e’ la vibrazione: se ci si immerge
davanti al masso, questo genera una vibrazione che ti fa tremare la cassa
toracica come se fossi davanti ad un amplificatore da discoteca. Se questo e’
l’effetto di un masso che si sposta di un millimetro si puo’ immaginare cosa
possano generare movimenti tellurici di larga scala.
Mike and Kym took us to a bay where a huge rock
moves with the swell and the whole bay seems to vibrate underwater, they called
it Seismic Bay. Mike showed us a
small moray eel which was brown with yellow spots and it swam completely out of
its hole.
One day Kym took the girls for a whole day of
school, they loved it! Enrico and
I were able to go for a snorkel and a long walk and finally some uninterrupted
conversation!
One morning we snorkeled around a wreck of a huge ship which had sunk carrying cement. The engine room sticks out of the water so it was shallow enough to snorkel. The soft corals were beautiful and we saw a big moray eel swim out and away. I have never seen so many fish as I saw on the bow with the beautiful coral. The current is strong and not many people swim there so it was beautifully untouched.
bed time reading |
Anna swam into a cave Mike had found with 2
chambers and had to wait for a jellyfish to move out of the way before she
could get out!
Nei giorni seguenti abbiamo fatto altre esperienze e coperte interessanti: una murena marrone con puntini gialli che stranamente nuotava libera fuori dal suo nascondiglio; il relitto di un piccolo cargo che trasportava cemento e che era in un fondale basso abbastanza per le bambine; ancora murene, squali, pesci napoleone e tartarughe. Mike ha portato Anna in una grotta sommersa con due stanze; unico problema: in una stanza c’era gia’ una medusa ed Anna ha dovuto aspettare che l’uscita si liberasse prima di uscire!
Nei giorni seguenti abbiamo fatto altre esperienze e coperte interessanti: una murena marrone con puntini gialli che stranamente nuotava libera fuori dal suo nascondiglio; il relitto di un piccolo cargo che trasportava cemento e che era in un fondale basso abbastanza per le bambine; ancora murene, squali, pesci napoleone e tartarughe. Mike ha portato Anna in una grotta sommersa con due stanze; unico problema: in una stanza c’era gia’ una medusa ed Anna ha dovuto aspettare che l’uscita si liberasse prima di uscire!
L’ultimo giorno
abbiamo fatto conosceza con una famiglia belga con due bambine e che vive in
India.
Le bambine hanno
fatto subito amicizia e come sempre capita abbiamo deciso di rimandare la
nostra partenza di un giorno.
Leaving Redang was not easy, we loved being with
Mike and Kym and did not want to move on.
We set sail at 9am on the 25th June and having waved to
Capricorn and our Belgian friends, a small turtle came by to breathe which
lifted our spirits. It was a long
day motor sailing with the jib coming out when we had good wind and being
rapidly furled in when the wind dropped.
Towards the evening the waves increased in size and we hugged the
coastline to try to find calmer waters but it was still a difficult night. Cara started the night shift and was
exhausted dodging the traffic and the oil pipeline markers but we had a
beautiful sliver of moon. Enrico
thankfully came up early which cut my shift short.
a nudibranch laying an egg |
At sunrise Enrico saw dolphins swimming along Olivia which was a treat. They must have known we wanted to see them as well as Nadia spotted dolphins swimming beside Olivia around 9am. In the morning, the waves subsided but the 2knots of current against us from the day before carried on to slow our progress. We dropped anchor in Tioman at 9pm, exhausted. It was a long 36 hours but well worth being with the dolphins.
Lasciare Redang e’
stata dura; le bambine non volevano staccarsi da Kym e Mike e ci siamo
ripromessi di rivederci.
Siamo partiti
verso le 9 di mattina per il viaggio di circa 200 miglia verso sud. Il vento e’
stato scostante fino a sera; poi verso le 20 ha cominciato a soffiare da
sud-est, cioe’ esattamente sul naso e si e’ alzato un mare fastidioso da prua.
A peggiorare le cose in quella zona ci sono anche 2 nodi di corrente a sfavore.
Per il resto della notte Olivia ha arrancato a 3-4 nodi con un gran beccheggio.
Sperando di avere
meno corrente e meno mare contro abbiamo tenuto una rotta rasente la costa;
cosi’ facendo siamo passati molto vicino ad un grande porto potrolifero e Cara,
che era di turno, ha avuto un bel da fare a evitare rimorchiatori, chiatte e
navi di ogni tipo.
Una preoccupazione
ulteriore era una vibrazione sull’asse dell’elica che si sentiva ogni tanto. Mi
sono fatto l’idea che sia una pala dell’elica che cavita o comunque vibra visto
che l’asse sembra ben fermo. Comunque sia e’ un pensiero che non ti lascia
tranquillo.
In piu’ verso il
mattino mi sono accorto che il motore faceva perdeva qualche colpo e non saliva
di giri, segno che della sporcizia nel gasolio aveva intasato i filtri.
Al sorgere del
sole proprio mentre pensavo tra me e me “ma chi me lo fa fare?” un branco di
delfini si e’ messo a saltare a babordo per circa dieci minuti; “ecco chi te lo
fa fare” sembrava la risposta.
Nel resto della
giornata il mare si e’ un po’ calmato ma la corrente a sfavore no.
Col motore
menomato e veleggiando il piu’ possible siamo arrivati a Tioman alle 21 dopo 36
ore invece che alle 14 come previsto.
Esausti abbiamo
dato ancora al buio in un punto che conosciamo bene e siamo andati a dormire.
La notte e’ stata calmissima, finalmente…
Dear Cara, Enrico and April Girls. We very much enjoyed your company at Ammana Gappa on Redang. We'll continue to follow the rest of the SV Olivia's journey. All the best and let's stay in touch.
ReplyDeleteSofie, Jochen, Roos & Sam aka the Belgian family.
Great to read about your further adventures! We are in the Netherlands now, start of a totally different life, and read this with totally different eyes now. Take care and enjoy the rest of your trip!
ReplyDeletexx The (previous) Uno crew