“Twenty years from now you will be more disappointed by the things that you didn't do than by the ones you did do. So throw off the bowlines. Sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails. Explore. Dream. Discover." Mark Twain

Wednesday, May 16, 2012


16th May 2012
After restocking in Singapore, we headed up to Pulau Aur on the 27th April.  We had a perfect night with the wind allowing us to get through the night completely under sail.  It was fun coming back to a place we loved but we were soon disappointed by the amount of tar on the beach and left after a couple of days. We moved on to Tioman as some great friends had flown in from KL and we spent the week with Giuseppe, Laura and Beatrice.



Ripartiamo verso est
Dopo esserci riforniti e approvigionati a Singapore siamo ripartiti verso la costa est della Malaysia.
Il porte di Singapore e le acque cirostanti pullulano di ogni sorta di nave quindi le prime Quattro ore di navigazione richidono sempre molta concentrazione. Una volta doppiato lo sperone sud-est della Malesia pero’ abbiamo incontrato vento favorevole che ci ha permesso di andare a vela fino al mattino seguente quando siamo arrivati  all’isola di Aur; questa era stata la primissima tappa quando eravamo partiti in settembre. Questa volta pero’ abbiamo avuto la sgradevole sorpresa di trovare le spiagge (e quindo anche noi stessi) coperti di catrame. Probabilmente qualche nave sulla rotta per/dalla Cina ha pulito le sentine….
Un po’ delusi siamo subito ripartiti per l’isola di Tioman, 35 miglia piu’ a nord. Qui avevamo appuntamento con Giuseppe e Laura e la piccolo Beatrice che non avevamo ancora conosciuto.
Abbiamo dato ancora davanti all’hotel dove loro alloggiavano e come al solito ci siamo finti clienti.  
Nei giorni seguento Beatrice e’ stata l’attrazione principale per le bambine che non l’hanno lasciata un minuto. Da vera giovane viaggiatrice, Betraice e’ anche venuta su Olivia (con mamma e papa’) per due gite giornaliere a delle spiagge vicine.
Giusppe, Laura e Beatrice sono ripartiti il lunedi’ seguente.







Un ospite inaspettato
Mentre eravamo ormeggiati a una boa davanti all’hotel, ho notato che un grosso granchio si era attaccato alla cima d’ormeggio.
Al tramonto sono andato a vedere se il granchio c’era ancora. Nono solo il granchio cera li’, ma c’era anche un piccolo serpente di mare accovacciato tra la cima e lo scafo. Ho scosso la cima e questo si e’ messo a nuotare verso il nostro tender e, sotto i nostri occhi stupefatti, ci si e’ arrampicato sopra! Con il mezzo marinaio l’ho ributtato in acqua e lui finalmente si e’ allontanato.
Degli altri amici velisti ci hanno poi detto di aver gia’ trovato dei serpenti accovacciati nello specchio di poppa, che sulla loro barca e molto aperto e a pelo d’acqua.  Per una volta siamo stati contenti che Olivia non sia cosi’ accessibile dall’acqua.  Inutile dire che dal quell giorno ispezioniamo il tender attentamente prima di far salire le bambine….    


One day Enrico came back to Olivia from the beach and saw a big crab trying to climb up the mooring rope.  In the evening, he went to see if the crab was still there and he saw a sea snake nestled behind the mooring rope.  He disturbed it and it swam to the back of the boat and slithered up the side of the dinghy.  We dislodged it and it swam off but did make us think that we should check the dinghy before getting in each time!



Giuseppe, Laura and Beatrice left on Monday and as we were thinking about our next destination, we rapidly changed plans.  Due to strong winds and significant breaking waves from the west, we could no longer stand inside the boat. Enrico released the mooring and we took the waves at 45 degrees on the bow which was the most manageable. The waves were breaking over the bow and we had never before been in such a rough sea.  We decided to come in to the marina and after a tense entry through the channel, Enrico and Olivia worked brilliantly together to steer into a tight spot where we finally found calm.



Nenache il tempo di fare il caffe’….
Mentre eravamo ancora ormeggiati alla boa siamo stati investiti di primo mattino da un ‘sumatra’, che e’ un fenomeno meteo locale con forte vento, lampi e pioggia ma che non dura piu di alcune ore. Infatti il vento di ~25 nodi si e’ calmato dopo un paio d’ore ma ha lasciato un mare incredibilemente agitato; le onde sommate alla corrente di marea facenvano rollare Olivia violentemente; alcuni stipetti si sono aperti e tutto cio’ che non era legato ha cominciato a volare. Abbiamo quindi lasciato l’ormeggio ed abbiamo puntato verso il mare aperto per prendere le onde di prua a 45 gradi. Anche cosi’ il beccheggio era eccezionale; per andare a prua ho dovuto camminare a quattro zampe. Quando siamo stati al traverso del piccolo porto di Tioman abbiamo virato ed abbiamo puntato sull’imboccatura che e’ abbastanza stretta (o forse con mare cattivo tutto ti sembra sembra sempre piu piccolo).  Temendo che le onde, che adesso provenivano da poppa, ci facessero intraversare o partire in planata siamo entrati nel canale a manetta (a 7 nodi).
Una volta dentro per fortuna c’era un posto libero e il mondo si e’ calmato.
Malgrado un po’ di adrenalina pero’ Olivia non ha mai dato l’impressione di essere in difficolta’.   

Nadia marking the anchor chain

Che s’ha da fa’ per campa’….
Quel giorno stesso avevo un video-colloquio di lavoro su Skype. Appena ormeggiati ho messo computer, camicia e pantaloni in uno zaino, Nadia mi ha pettinato e mi sono incamminato verso il villaggio. Qui passava il minibus dell’hotel dove alloggiava Giuseppe; l’ho fermato dicendo che dovevo andare anch’io all’hotel. “Purtroppo sono  al completo” ha detto l’autista ed in effetti ogni sedile era occupato da turisti in arrivo dall’aeroporto ed anche la cabina guidatore era piena di bagagli. “C’e sempre il predellino esterno!” ho risposto e cosi’ siamo partiti, io appeso all’esterno stile autobus a Calcutta; i turisti sul minibus facevano il tifo con grandi risate e mi hanno tenuto lo zaino.
Arrivati all’hotel mi sono cambiato in abiti rispettabili in un bagno poi sono andato alla reception. Qui mi sono lamentato a lungo del fatto che le Giuseppe aveva lasciato le scarpe alla piscina e queste erano sparite (che era vero). La ragazza filippina ha ascoltato la storia un po’ strampalata e deve aver pensato che fossi uno dei tanti turisti arroganti. Poi sono andato nell’internet cafĂ© della reception, ho scritto “RIUNIONE RISERVATA” su un foglio bianco e la ragazza della reception che non osava chidere spiegazioni lo ha incollato sulla porta. Mi sono poi chiuso dentro ed ho fatto la mia videconferenza. La prima domanda e’ stata “Come e’ andata la tua giornata?” “E come faccio a spegarglielo?!” ho pensato.  “Bene, tutto tranquillo” ho risposto.  



We enjoyed the still waters for a week.  Enrico managed to carry out the necessary engine maintenance and Anna enjoyed her daily meetings with some local girls to play baseball on the beach.  
After a few days we met another sailboat with children and are in heaven.  Uno has been sailing for a year and a half and we are so happy to have met the wonderful crew.  We are off to Tulai with Uno and will then head up north to Redang.



Non siamo soli
Alla fine siamo rimasti una settimana nel porticciolo. Io ne ho approfittato per fare il tagliando a Olivia (olio, filtri, cinghie, catena dell’ancora etc.) con l’aiuto di Nadia.
Ogni pomeriggio Anna e’ andata a giocare a baseball sulla spiaggia  con le bambine del villaggio; anche se Anna e’ relativamente piu’ alta delle sue coetanee asiatiche, queste si sono rivelate estremamente competitive, delle vere tigri della Malesia; persino i maschi le hanno prese.

Ma soprattutto abbiamo incontrato un’altra barca con due bambine a bordo: finalmente!  Loro sono in giro da un anno e mezzo e la loro storia e’ molto simile alla nostra in termini di motivazioni ed esperienze. Siamo andati cosi’ d’accordo che abbiamo deciso di modificare i rispettivi itinerari per andare a trascorrere alcuni giorni insieme nell’isola disabitata di Tulai. 
Monkey Bay, Tioman