“Twenty years from now you will be more disappointed by the things that you didn't do than by the ones you did do. So throw off the bowlines. Sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails. Explore. Dream. Discover." Mark Twain

Sunday, February 26, 2012


Tra Lankawi e Phuket,  30 gennaio 2012
Siamo partiti da Langkawi il 30 gennaio; dopo aver sostato una notte nell’isola di Tarutao (une delle tante belle isole quasi disabitate)  ci siamo diretti verso le isole gemelle di Rok Nok & Rok Nai ed abbiamo ancorato nel canale tra le due isole.

We left Langkawi on the 30th January and spent the first night in Tarutao in Thailand.
Reading on the way to Tarutao

Il paesaggio era da cartolina: acqua cristallina tanto che anche di notte, con la luna, potevi vedere il fondo; spiagge bianche di una sabbia come borotalco. E soprattutto pochissimi turisti dato che non ci sono alloggi a parte un piccolo campeggio gestito dai guardiaparchi. Persino le poche barche a vela di passaggio sembravano avere sempre fretta di proseguire verso Phuket o Langkawi; questo ci ha fatto rendere conto di come siamo fortunati a poter disporre del nostro tempo come vogliamo. 



The next day we found paradise in Koh Rok Nok & Rok Nai and I hoped we would never leave!  The water was crystal clear and the sand amazing.  There is only a small campsite on the island so it is wonderfully untouched.  Every evening there would be about 4 (mostly charter) boats moored in the channel between the two islands and they would all leave the next day.  It made us realise how lucky we are to be able to stay in one place until we feel it is time to move on.


Pur in questo scenario paradisiaco le bambine hanno trovato delle avventure movimentate. Facendo snorkelling, un giorno Anna mi ha indicato una cosa strana; ci siamo avvicinati e su un fondale di 3 metri giaceva il relitto di un catamarano a vela di circa 10-11 metri. Un’esame piu’ ravvicinato ha rivelato che l’imbarcazione deve aver preso fuoco: tutta la coperta era stata mangiata dal fuoco e si potevano a malapena distinguere i motori, il frigo e qualche arredo. L’incendio deve essere stato rapidissimo dato che il tender, semibruciato, era ancora attaccato a poppa e tutto intorno erano sparsi effetti personali (costume da bagno semibruciati, bagagli); l’equipaggio deve avere avuto appena il tempo di saltare in acqua. Secondo i guardiaparchi non ci sono state vittime per fortuna.
Anna ha persino trovato un libro bruciacchiato semi coperto dalla sabbia. Ne abbiamo preso un paio di pagine ed Anna si e’ ripromessa di scoprirne il titolo.



Il giorno seguente altra avventura: in mattinata e’ arrivato dalla costa un long tail boat (tipica barca tailandese, una specie di gozzo allungato con un motore di auto montato su una pertica a poppa) carico di circa quindici turisti canadesi che venivano a campeggiare sull’isola.
C’erano onde di circa 1 metro  nel punto dell’approdo e il barcaiolo ha diretto la barca sulla spiaggia con l’idea che appena toccata la sabbia avrebbe poi girato la prua velocemente al mare.  La manovra e’ stata pero’ troppo lenta (forse pa causa del carico) e le onde hanno soprafatto la barca che e’ affondata in 2 metri d’acqua.
Subito i tailandesi sulla spiaggia sono accorsi a rimuovere il pesante motore (ci sono voluti otto persone). Poi al pomeriggio quando la marea ha cominciato a calare la barca ha comincito a riemergere; i canadesi e i tailandesi armati di secchi hanno cominciato freneticamente a sgottare. Anche noi siamo andati ad aiutare e Nadia non ha voluto perdersi un secondo della scena.  
Alla fine la barca era di nuovo a galla ma il motore, pieno di sabbia e sale,  giaceva smontato sulla spiaggia ad asciugare. “Chissa quanto ci vorra’ a rirpristinarlo” mi sono detto; ma i canadesi non sembravano minimamente preoccupati di dover riprendere il mare con una tale imbarcazione ed erano sempre di buon umore. Ed infatti la mattina dopo, la barca ci’ e’ sfilata vicino col motore che ruggiva e i canadesi che ci salutavano. Per la cronaca il motore era un Isuzu.  

The girls had their fair share of adventure as we found a wreck 3m below the surface of a recently burnt out catamaran.  The fire must have been sudden as even the dinghy was at the bottom of the ocean. Anna rescued some pages from a book and did some detective work.  The park rangers did tell us that nobody had died.
The next day some tourists came from Ko Mok in a longtail boat.  The sea was quite rough and they did not manage to get the bow facing out before a big wave came and sunk the boat – luckily it was at the shore.  The next day they were at sea again which was amazing given that the whole engine had been submerged!
On the 5th February we sailed to Koh Ha Yai for a snorkel.  We had left our quiet paradise of Rok Nok and landed in a maelstrom of diving and snorkeling boats. 




1 comment:

  1. Farò leggere a tutta la famiglia la vostra fantastica avventura, mi sono divertito e mi sono emozionato e un po anche preoccupato, grazie per darne testimonianza.
    Tony

    ReplyDelete