“Twenty years from now you will be more disappointed by the things that you didn't do than by the ones you did do. So throw off the bowlines. Sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails. Explore. Dream. Discover." Mark Twain

Monday, March 12, 2012

25th February 2012

We dropped anchor in Nai Harn (south Phuket) as we needed to stock up on food and clear immigration.  The sea in Nai Harn (which is usually very calm and flat at this time of year) had built up a significant surf making dinghy landings at best exciting and at worst impossible.  The first night Enrico, Anna and Nadia went out for dinner and on the way back, a man trying to get back to his boat in his dinghy broke his leg as the waves pushed his dinghy over him.  Amazing Enrico brought Anna and Nadia back to Olivia soaked but in one piece.  The next night we thought we had a calm window but ended up having to swim far out to sea before getting on to the dinghy.  We had to brave a couple of crashing waves and I clung on tightly to Nadia, it was not a fun moment.  During the day, 3 long tail boats had tried to land and had been smashed by the waves so the girls went to survey the wrecks. 
By the third night we had learnt our lesson and landed on a calm beach further away and went to the main beach on a motorbike.  We made some friends from France whom we would have liked to spend more time with but we wanted to get back to our ‘freedom’ out at sea.
The feeling of adventure is a wonderful thing.  No matter how reluctant you may be to leave a place, there is always something waiting for you in at the next place.  The places are all different and difficult to compare, but you always come away from a place having a feeling of satisfaction from some new experience.
La famiglia francese adottata da Nadia / The French family that Nadia adopted
Di nuovo a Phuket
A Phuket abbiamo deciso di ancorarci a Nai Harn, in una baia a sud-ovest con una bella spiaggia. L’obiettivo era di fare provviste, rifornimento e ripartire. Su questa spiaggia abbiamo fatto conoscenza (o meglio Nadia ha abbordato) diverse persone Europee che vivono a Phuket, chi per sei mesi chi per tutto l’anno. Vai a pensare…
Il portolano avvertiva che quando c’e’ stato vento da ovest l’atteraggio col tender sulla spiaggia diventa mozzafiato e in effetti la prima sera, andando a cena le onde anche se abbastanza piccole frangevano. Avendo imparato la lezione abbiamo ancorato il tender a distanza di sicurezza prima dei frangenti ed abbiamo raggiunto la spiaggia poco elegantemente a guado.  Piu’ tardi al ritorno dal ristorante era gia’ buio e sulla spiaggia c’erano quattro uomini piuttosto anziani (mi pare svizzeri tedeschi) che a diffrenza di noi avevano parcheggiato il tender fino sulla spiaggia ed ora si apprestavano ad imbarcarsi contro le onde che nel frattempo erano un po’ aumentate. Io da codardo ho detto alle bambine: “Lasciamo partire prima loro che sembrano piu’ pratici del luogo cosi’ vediamo come si fa”. I quattro in realta’ o non erano pratici o erano troppo pieni di birra; fatto sta che quando la prima onda ha investito il tender invece di tenere fermamente la prua al mare hanno mollato la presa. Il tender si e’ messo di traverso ed e’ partito in surf ed uno dei quattro uomini si e’ trovato tra il tender che arrivava in picchiata ed il bagnasciuga ed e’ finito a tappeto con un urlaccio. Due dei compagni lo hanno soccorso mentre il quarto ed io abbiamo ritirato il tender sulla spiaggia. Purtroppo il malcapitato si era rotto una gamba ed ha dovuto essere portato all’ospedale.
Dopo questo spettacolo eravamo ammutoliti; abbiamo di nuovo gudato umilmente fino al nostro tender e siamo tornati a bordo, fradici ma interi.         
Il giorno seguente altro episodio; al mattino una tipica barca tailandese (long tail boat) ha tentato l’approdo carica di turisti ma le onde l’anno fatta capovolgere sula bagnasciuga e l’hanno danneggiata.
Senza tante cerimonie i barcaioli hanno tolto il motore e a colpi di accetta hanno rimosso le parti in legno recuperabili. Hanno poi lasciato lo scheletro sulla spiaggia e sono tornati a casa a piedi. Nadia era affascinata dal relitto e ne ha esaminato ogni dettaglio.
Quanto a noi, abbiamo trovato una spiaggetta piu’ lontana ma piu’ tranquilla dove finalmente approdare e da li’ abbiammo affittato uno scooter per finire le nostre varie commissioni. Una delle cose sulla lista era riempire il serbatoio del motore fuoribordo quindi l’ho caricato sullo scooter e mi sono recato in un negozio di alimentari (si alimentari) che mi avevano indicato; ho detto che avevo bisogno di benzina ed il proprietario con un gran sorriso mi ha indicato una rastrelliera piena di ex-bottglie di wisky riempite di benzina. “Ok, ne prendo dieci” gli ho detto e lui contento ha cominciato a riempire il serbatoio. Solo a quel punto mi sono accorto che versava le bottiglie con la sigaretta accesa in bocca. Avendo imparato abbastanza lezioni per quel giorno mi sono allontanato fino ad operazione finita.     



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